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Gyromitra esculenta
è un fungo primaverile che cresce abbondante in
numerose località, dove è ricercato e consumato
in grandi quantità. Parliamo principalmente di
alcune regioni di Stati Uniti, Scandinavia,
Francia e Svizzera, dove Gyromitra
esculenta è anche commercializzata allo
stato secco. Infatti, come dice il suo nome, è
di sapore veramente eccellente, molto simile a
Morchella esculenta per intenderci.
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Cerchiamo quindi di spiegare
l’apparente contraddizione tra il tradizionale
consumo di Gyromitra esculenta
in tali località, il più delle volte di
grande soddisfazione per il palato e senza
conseguenze per la salute, e i casi di
avvelenamenti gravi e talora mortali, sporadici
come percentuale sul totale dei consumatori, ma
che tradotto in cifre significa centinaia di
decessi per il consumo di questo fungo, ben
distribuiti tra Europa e Stati Uniti.
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A proposito delle
caratteristiche di commestibilità di
Gyromitra esculenta è sintomatica la
frase scritta da un importante micologo francese
contemporaneo : “commestibile, spesso
commercializzato, malgrado si manifestino
occasionali incidenti mortali”.
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L’avvelenamento da
Gyromitra esculenta è nota come
“Sindrome Giromitrica”, una sindrome a lunga
incubazione, cioè con latenza (distanza tra
ingestione e primi disturbi) normalmente
superiori alle 4-6 ore e fino alle 12 ore. Tali
disturbi (cefalea, vertigini, ecc.) spesso
regrediscono con evoluzione positiva verso la
guarigione; nel 15% circa dei casi, dopo 2-4
giorni possono intervenire complicazioni
epato-renali e di anemia acuta che portano il
più delle volte al decesso.
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Responsabili di questo
avvelenamento sono un insieme di idrazine, al
quale viene attributo il nome di “giromitrina”
in quanto presenti in grandi quantità nelle
specie del genere Gyromitra. La
“giromitrina”, per idrolisi nell’ambiente acido
dello stomaco, origina Monometil idrazina (MMH),
uno dei più potenti veleni epatotossici
conosciuti e che si è dimostrata addirittura
cancerogena in animali da laboratorio (come
curiosità, l’MMH è un componente del
combustibile impiegato nel lancio dei missili
americani).
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Dal punto di vista
chimico-fisico la “giromitrina” è parzialmente
idrosolubile (solubile in acqua) e fortemente
volatile (punto di ebollizione 87-88°C). Da ciò
si può capire come dopo idonei trattamenti quali
la cottura prolungata, quindi con evaporazione
dell’acqua di cottura, e l’essiccamento, la
tossina possa essere in gran parte allontanata
pur se non completamente (fino al 90-95 %). E
questo spiega il perché la stragrande quantità
di avvelenamenti siano causati dal consumo di
notevoli quantità di fungo fresco non
sufficientemente cotto (quindi non dal secco,
che è comunque prudenzialmente da evitare).
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Inoltre, recenti ricerche
hanno evidenziato una particolare relazione tra
la dose di “giromitrina” assunta e la
conseguente risposta del tossico. Mentre in
linea generale, maggiore è la quantità del
veleno tanto più significativo è il quadro
clinico, nel caso della MMH piccole dosi non
inducono alcun effetto, ma quando si supera una
certa quantità, definita “valore di soglia”
(variabile da individuo a individuo), la
risposta si manifesta con tutto il suo
potenziale negativo. Questo fenomeno è noto come
effetto “tutto o nulla”: al di sotto del “valore
di soglia” non ci sono manifestazioni cliniche,
appena si supera questo limite la tossicità
esplica tutta la sua virulenza tanto da condurre
anche alla morte.
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Tuttavia questo non basta per spiegare la grande
variabilità della risposta individuale alla
“giromitrina” (centinaia sono le persone
decedute in seguito al consumo di Gyromitra
esculenta, ma molti di più continuano a
cibarsene, senza manifestare sintomi di
avvelenamento), considerando anche che il
“valore di soglia” del tossico, per un adulto
sano, significa l’ingestione di almeno 2 Kg di
fungo fresco in un solo pasto o in più pasti
ravvicinati |
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E’ allora necessario
considerare il fattore legato al patrimonio
enzimatico individuale. Infatti, nel momento in
cui viene metabolizzata, la MMH perde gran parte
delle caratteristiche di tossicità. Questo
processo di trasformazione avviene ad opera di
un complesso enzimatico normalmente presente
nell’organismo umano: negli individui in cui
questo complesso enzimatico è carente in uno dei
suoi componenti, il “valore di soglia” risulta
molto più basso è tali individui sono nettamente
più esposti agli esiti nefasti della
“giromitrina”.
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Non è quindi esagerato
affermare che il deliberato consumo di
Gyromitra esculenta assomiglia un po’
all’antico gioco della “roulette russa”,
consistente nel premere il grilletto di una
pistola puntata alla propria tempia dopo aver
fatto ruotare il tamburo contenente un solo
proiettile.
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Gyromitra esculenta
Morchella esculenta var. rotunda |
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In effetti Gyromitra
esculenta appartiene a un gruppo di
funghi conosciuti come “false Morchelle”, indice
che una qualche rassomiglianza esiste; tuttavia
per un attento osservatore è specie facilmente
riconoscibile, infatti :
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La mitra
è cerebriforme (cappello a forma di cervello),
invece che ad alveoli (cappello a forma di
spugna) come nelle Morchelle.
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La mitra è unita al gambo, che è lacunoso
ma non cavo, solo alla sommità come nella
maggior parte dei funghi con cappello e gambo,
mentre nelle Morchelle la mitra è completamente,
o quasi, saldata al gambo (mitra e gambo sono di
fatto la prosecuzione uno dell’altro e sono
entrambi perfettamente cavi).
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In caso di dubbio, quindi, la
sicurezza di avere tra le mani una Morchella
viene fornita dalla sezione longitudinale.
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Gyromitra esculenta
Morchella esculenta |
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